La Sacerdotessa Io



Vicino a Micena c'era un Tempio sacro ad Hera, ne era sacerdotessa una giovane di rara bellezza, Io, figlia del dio fluviale Inaco primo re di Argo e della ninfa meliade Melia. Zeus se ne innamorò e scese spesso dal Cielo per vederla, tra i due nacque subito un amore. Un giorno però, Hera, volle vederci chiaro in quanto le troppe assenze del marito iniziarono ad insospettirla, e scese dal Cielo in cerca del suo sposo. Zeus, vedendo arrivare Hera, tramutò Io in una candida giovenca; Hera vedendo il marito accanto ad essa, capì di cosa si trattava e la chiese come dono, Zeus non poté rifiutare. La regina degli dèi mandò la giovenca in un pascolo montano, sotto la custodia di Argo, figlio di Agenore, soprannominato Tuttòcchi, perchè aveva cento occhi sparsi per tutto il corpo, in modo da poter sempre controllare la giovenca; perdipiù Argo non dormiva mai completamente, perché aveva sempre la metà dei suoi occhi aperti.
Zeus, non potendo accettare la sorte della giovane Io, chiese ad Hermes di liberare la giovenca a tutti i cosi. Hermes si recò da Argo, sotto le sembianze di un giovane pastorello, e con l'aiuto di un flauto iniziò a suonare una noiosissima nenia, per far addormentare ad uno a uno i cento occhi. Quando ci riuscì tagliò la testa ad Argo e Io fu libera. Hera, che aveva visto tutto dall'alto del Cielo, raccolse gli occhi di Argo e li dispose sulla coda del pavone, animale a lei sacro, e mandò alla giovenca-Io un tafano perché la pungesse; Io cercò di scappare e di liberarsi dal tafano, in aiuto le venne Zeus che una volta liberatala le restituì la sua forma di donna. Tuttavia due corte corna le rimasero in testa. Da Io nacque Epàfo, che fu re d'Egitto e costruì Menfi. Io, poi assimilata alla dea egizia Iside, significava la Luna, e Argo dai cento occhi è il firmamento dalle cento e cento stelle, sotto la cui custodia la Luna percorre il cielo da oriente ad occidente, senza fermarsi mai.

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