Egipani e Satiri


Gli Egipani, figli di Pan e della ninfa Ega, e i Satiri, figli di Dioniso e della naiade Nicea, gli uni e gli altri mostri cornuti, con la testa umana coperta da pelo e col corpo e la coda di caprine; erano divinità rusticane che abitavano le grotte e i boschi. Erano esseri lascivi, spesso dediti al vino, a danzare con le ninfe ed a suonare il flauto. Facevano parte della numerosa corte del dio Bacco, insieme alle ninfe e alle baccanti. Il più famoso Satiro è Marsia a cui è attribuito un mito:La dea Pallade Atena, aveva inventato il flauto, ma un giorno rendendosi conto che suonandolo il suo viso diventava buffo e altre dee presero a deriderla, lo gettò nel bosco. Nei boschi abitavano i Satiri, divinità della natura metà caproni e metà uomini, che stavano al seguito del dio Dioniso; tra questi c'era Marsia che un giorno vide il flauto e lo raccolse: non era un flauto normale, in quando di una dea produceva un bellissimo e armonioso suono. Marsia, credendosi inarrivabile, sfidò la cetra di Apollo. Chi avrebbe perso sarebbe stato alla mercè del vincitore; arbitro della gara furono le Muse le quali si pronunciarono a favore di Apollo. Il dio della musica per punire la presunzione del satiro, lo appese a un ramo e lo scorticò vivo.

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