Zeus



Zeus, che i romani identificarono con il loro Giove, grazie alla madre Rhea, scampò al padre Cronos che aveva deciso di inghiottire tutti i suoi figli per paura che uno di questi lo potesse detronizzare. Quando la madre si accorse di essere di nuovo incinta, discese dal Cielo e si nascose in una caverna, Ida, nell'isola di Creta. Qui diede alla luce Zeus, che affidò alle cure delle ninfe, tornò al Cielo e al marito diede una pietra avvolte in fasce che subito inghiottì. Nel frattempo Zeus cresceva grazie al buon latte della sua nutrice, la capra Amaltea, ogni giorno le api distillavano per lui il miele più dolce, e dal Cielo gli portavano l'ambrosia e il nettare, il cibo e la sacra bevanda degli dèi che dona l'immortalità e l'eterna giovinezza. I Ciclopi gli avevano fabbricato gli strali del fulmine con cui si allenava tutti i giorni a lanciarli. Una volta divenuto divenuto grande e abbastanza forte, salì al Cielo e costrinse il padre a bere un emetico, che subito gli fece rigettare i figli che aveva inghiottito; poi lo detronizzò e prese il suo posto come re degli Dèi. Zeus era il più eccelso dio, il re del Cielo e signore del Mondo, decise di costruire la sua dimora sul monte Olimpo dove viveva con la sua sposa Hera, sull'Olimpo vivevano altre divinità che appunto formavano insieme a Zeus ed Hera le "Divinità Celesti o Olimpiche". Sebbene avesse affidato il regno del Mare a suo fratello Nettuno e quello dell'Oltretomba ad Hade, egli tuttavia aveva la supremazia assoluta su tutte le altre divinità, che infatti lo veneravano e temevano e, quando voleva, poteva interferire sui domini che aveva dato ai suoi due fratelli. Dimorando sulla vetta dell'Olimpo, al di sopra delle nubi, il cielo era la sua vera sede, e tutti i fenomeni che apparivano nel cielo erano ad opera sua: era lui che mandava la pioggia, la neve e la grandine, la rugiada nelle notti d'estate, la pura luce del sole nelle mattine di primavera. Quando voleva punire gli uomini allora il cielo si copriva di nubi, scatenava i venti, abbagliava con lampi e rimbombava con tuoni che con il loro schianto arrivavano fino alle più profonde valli; il cuore degli uomini tremava alla vista dell'arma più terribile di Zeus, il fulmine.
Zeus, conosceva il futuro come il passato, e perciò egli era anche il dio dei vaticini. L'Oracolo di Zeus si trovava nel bosco delle querce sacre di Dodona, nell'Epiro; ai piedi delle querce c'era una fonte. Le sacerdotesse interpretavano il sussurro delle fronde, lo zampillare della fonte, il volo delle colombe sacre. Del suo enorme potere Zeus non abusava; decideva le questioni sempre con scrupolosa giustizia e prima di decidere pesava le circostanze favorevoli e contrarie su una bilancia d'oro. Premiava i buoni e castigava i cattivi, provvedeva al rispetto dei doveri verso gli ospiti, i fuggiaschi e i supplici. Provenivano da lui: l'ordine della natura, l'alternarsi delle stagioni, il diritto e le leggi umane.

Gli attributi di Zeus erano l'aquila, lo scettro e la folgore. Veniva raffigurato assiso sul un trono, col viso maestoso e sereno, con una chioma folta e riccia come la criniera di un leone, il viso era coperto da una barba piena; alta e spaziosa la fronte, labbra sottili, occhi infossati, grandi, espressivi e buoni.


In onore di Zeus si celebravano i Giochi Olimpici, nella città di Olimpia, che ricorrevano ogni quattro anni.


immagine: Zeus e Teti(Jean Dominique Ingres)

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