Dafne e Apollo

Un giorno che Apollo si trovava a passare sulle rive del fiume Peneo, scorse una giovane e bellissima fanciulla dai lunghi capelli che le scendevano sulle spalle, era Dafne, la figlia del dio del fiume Peleo. La timida fanciulla, che amava solo cacciare le fiere, sdegnava il matrimonio e non voleva sentir parlare di uomini e amore. Apollo appena la vide se ne innamorò e subito, preso da un'irruenta passione, le si avvicinò per manifestare il suo ardente amore. Appena Dafne vide quel bel ragazzo di Apollo avvicinarsi, arrossì, e scappò. Correva, correva Dafne, inseguita da Apollo che la chiamava dolcemente, ma lei non si fermava; la giovane spaventata accelerava la corsa coi suoi piedi così leggeri che appena toccavano il suolo, con accenti pietosi, implorava aiuto. La dea Gea, la Madre Terra, ne ebbe pietà e la trasformò in una pianta d'alloro. Apollo, abbracciò il fusto della pianta, tutto quel che rimaneva della bella donna, e sotto la scorza sentì palpitare ancora il cuore di Dafne. Promise che quella pianta sarebbe divenuta a lui cara e che avrebbe incoronato i più valorosi guerrieri e i più ispirati poeti.

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