Licurgo, Penteo e le Minèidi

Quando Dioniso scoprì il vino e i suoi effetti, decise di farlo conoscere a tutti gli uomini e con il suo corteo di ninfe, satiri, egipani e baccanti, chiamato Thiasos, intraprese un lungo viaggio intorno al mondo. Andò prima in Egitto, poi nella Siria; attraversò l'Asia, si spinse fino in India; nel viaggio di ritorno passò per la Frigia, la Tracia, in Beozia, in Argolide, nell'isola di Chio e finalmente nell'isola di Nasso, la più grande delle Cicladi. Quando Bacco giunse in Tracia il frastuono del suo culto con balli, canti e suoni di tamburi, arrivò alle orecchie del re del paese Licurgo; dubitando che si trattasse del rito bacchico si recò sul posto e nascondendosi vide le Menadi e i Satiri agitarsi follemente, li circondò e cominciò a lanciare frecce. Solo Bacco riuscì a scamparla gettandosi in mare, dove Teti lo accolse amichevolmente, gli altri furono fatti tutti prigionieri. La punizione non si fece aspettare; Licurgo impazzì e siccome per sfogare la sua rabbia stroncava tutte le viti che incontrava con un colpo di scure ammazzò il suo stesso figlio, scambiandolo per un ceppo. Tanta era la forza che la scure ricadde sui suoi piedi e lo ferì, alle sue urla di dolore le catene che tenevano legate i Satiri e le Menadi si sciolsero, e tutti si scagliarono contro Licurgo facendolo a pezzi.




Una sorte simile toccò a Penteo, re di Tebe e cugino di Bacco. Quando Dioniso si recò in Beozia, dove appunto regnava Penteo, non fu accolto molto bene dal cugino che per legami di parentela avrebbe dovuto ben favorire l'iniziazione al vino agli abitanti della città. Il re si irritò quando vide gli abitanti di Tebe, soprattutto le donne, abbandonare i proprio lavori per unirsi alle danze e festeggiamenti delle Menadi, correre con le fiaccole accese sui monti, nel pieno del delirio del baccanale; la stessa madre di Penteo si unì alle Menadi e il re per punire i suoi sudditi incatenò e fece prigioniero Bacco. Il dio scollò le spalle e le catene caddero, contemporaneamente la folgore di Zeus, per punire il sacrilegio, incendiò la reggia di Penteo il quale, invece di chinarsi umilmente, si irritò ancora di più. Si recò nei luoghi del baccanale, rabbioso e ostinato, nel delirio le donne tra cui sua madre e le Menadi, si scagliarono su di lui e lo uccisero, poi le sue sorelle Ino e Autonoe lo squartarono.



Sempre in Beozia a Orcomeno c'erano tre sorelle, Alcatoe, Leucippe e Arsippe, le tre figlie del re Minia, dette perciò Minèidi. Mentre tutto il popolo prendeva parte ai riti di Bacco, le tre fanciulle osarono sfidare il dio rimanendo ai propri telai, indifferenti ai festeggiamenti. Bacco allora, si trasformò in fanciulla e andò dalle tre sorelle a consigliare loro di partecipare alla festa; le tre non solo si rifiutarono ma parlarono anche male del dio, il quale per punirle prima si trasformò in toro, poi in leone e infine in pantera. Le tre sorelle dallo spavento impazzirono e Hermes le tramutò una in pipistrella, la seconda in civetta e la terza in gufo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

molto interessante, anche se non è proprio quello che cercavo.Infatti nelle "Metamorfosi" di Ovidio si parla di un certo Alcàtoe, ma non riesco a capire chi è...