Anfitrite




Anfitrite, era figlia della divinità marina Nereo e di Doride, era quindi una delle cinquanta Nereidi che facevano parte della corte di Poseidone. Era una delle più belle, tuttavia Poseidone non si era mai accorto di lei e della sua bellezza; fino a quando un giorno la fanciulla danzava con le sue sorelle nell'isola di Nasso e si trovò a passare di li Poseidone: la vide, notò la grazia delle sue movenze, la freschezza del viso, la bellezza che superava quella delle sue sorelle e se ne innamorò. Senza perdere tempo le si avvicinò e le chiese se voleva diventare sua sposa. La giovane e timida fanciulla, non abituata a quei modi bruschi del dio, spaventata dalla domanda si buttò in mare e prese a nuotare, arrivò fino ai confini occidentali dove c'era Atlante che sorreggeva sulle spalle la volta celeste, li si credette al sicuro; ma Poseidone era ostinato e mandò un delfino a rintracciarla, una volta trovata il delfino la consegnò al dio e Anfitrite divenne la regina del mare. Da questa unione nacquero, Tritone, Rode e Bentesicima. A differenza del marito che spesso si incapricciava per qualche ninfa, Anfitrite fu una sposa paziente, fedele e indulgente e spesso lasciava correre.

Una volta però, Anfitrite si ingelosì e volle vendicarsi sulla rivale: una bellissima ninfa, Scilla, figlia di Ecate e di Forcis, il vecchio dio marino che aveva oltre a Scilla e a Toosa, altri figli, come le Graie e le Gorgoni. Quando Anfitrite si accorse dell'amore tra Poseidone e la bella ninfa, chiese consiglio a Circa, la maga figlia di Helios, la quale le diede delle erbe magiche da stemperare nelle acque dove la ninfa era solita fare il bagno, una costa della Calabria sullo stretto di Messina. Appena Scilla si immerse nelle acque venne trasformata in un mosto con dodici piedi e sei lunghissimi colli, con sei teste dalla cui bocca uscivano insistenti latrati. Il mostro prese possesso di una caverna della costa calabra di fronte al quale, sulla costa siciliana, c'era un'altra caverna dove abitava un altro mostro, Cariddi, figlia di Poseidone e di Gea. Le navi per attraversare lo stretto, dovevano evitare di cadere nel vortice d'acqua provocato da Cariddi, che inghiottiva e rigettava poi fuori il mare, e Scilla che poteva divorarle.

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