Le Esperidi, figlie di Atlante e di Espero, la stella della sera, erano le ninfe del tramonto ; queste bellissime fanciulle avevano il compito di custodire un bellissimo giardino, in cui è sempre primavera: le aiuole sono pieni di fiori di ogni colore, dagli alberi pendono frutti enormi e dolcissimi. La meraviglia delle meraviglie è nel mezzo del giardino, un albero dalle foglie di un verde lucido con rami carichi di frutti d'oro. L'albero era stato ragalato da Gea a Hera il giorno delle sue nozze con Zeus e le fanciulle dovevano ben custodirlo insieme al terribile drago di nome Ladone. Il re Euristeo sentì parlare di questi frutti e comandò a Ercole di portarglieli, così l'eroe dopo l'impresa dei buoi rossi si incamminò subito alla ricerca del giardino dell Esperidi. Durante il suo girovagare, un giornò si fermò sulle rive di un lago a riposarsi, dalle acque del lago emerse una ninfa che chiese ad Ercole il motivo della sua stanchezza; l'eroe spiegò alla ninfa che stava cercando il giardino delle Esperidi e la ninfa gli consigliò di rivolgersi a Nereo. Nereo, che era una divinità del mare che poteva prendere qualsiasi forma, per sfuggire alla domanda di Ercole cominicò ad assumere tutte le forme possibili e immaginabili per spaventarlo, ma abituato a ben peggio Ercole rimase li fermo ad aspettare la fine dello spettacolo; così Nereo, avendo dimostrazione del coraggio del giovane uomo confidò ad Ercole che il giardino delle Esperidi si trovava in Mauritania, il paese di cui era re il titano Atlante, padre delle Esperidi. Giunto all'estremo lembo occidentale del mondo, dove trovò Atlante che sorreggeva sulle spalle la volta pesante del cielo, l'eroe gli espose lealmente il desiderio di avere i frutti d'oro del suo giardino; Atlante acconsentì facendogli però notare che i frutti poteva coglierli soltanto lui e che aveva un problema: chi avrebbe sorretto il cielo al posto suo? Ercole si propose subito come suo sostituto. Atlante andò a cogliere i frutti, tornando però disse ad Ercole che non se la sentiva di riprendere quell'incomodo compito di sorreggere un peso sulle spalle e dal momento che aveva trovato un così bravo sostituto...per quanto riguardava i frutti d'oro li avrebbe portati lui stesso ad Euristeo. Ercole fece finta di essere d'accordo con la soluzione e chiese un favore ad Atlante, di sostituirlo un attimo per poter cambiare spalle; Atlante cadde nel tranello e Ercole riuscì a scappare col bottino.
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