Tornato ad Atene dopo essere stato liberato da Ercole dalla prigionia dell'Erebo, Teseo trovò il suo trono usurpato da Menesteo. Avvilito mandò i suoi figli da un re suo amico e si imbarcò per l'isola di Sciro, sperando di trovare asilo e di trascorrere la sua vecchiaia; il re dell'isola, Licomede, finse di accoglierlo cordialmente e col pretesto di fargli vedere una bellissima vista, lo portò sulla vetta di un monte e lì spingendolo lo fece precipitare in un burrone. Questa è la triste e misera fine di un eroe: Teseo. Seppellito a Sciro, Teseo fu dimenticato dal suo popolo. Col passare dei secoli, quando i Persiani invasero la Grecia e furono sconfitti a Maratona da Milziade, molti soldati ateniesi affermarono di aver riconosciuto Teseo nella mischia che combatteva al loro fianco. Fu interrogato l'oracolo di Delfi, e la Pizia rispose che gli Ateniesi dovevano portare i resti di Teseo ad Atene e onorarlo con una degna sepoltura. Ritrovare le ossa dell'eroe su un'isola selvaggia non era cosa facile, poi fu vista un'aquila che a colpi di becco cercava di aprire un tumulo, fu considerato un segno del cielo, infatti lì fu trovato lo scheletro di un uomo alto e robusto, con accanto una spada di bronzo. Le spoglie furono portate ad Atene dove sulla tomba fu innalzato un tempio chiamato Teseo. Da allora Teseo fu considerato il fondatore e l'ordinatore dello Stato ateniese e l'eroe nazionale della stirpe ionica. Come eroe ionico, veniva paragonato e, contrapposto, ad Ercole, eroe nazionale della stirpe dorica. A Teseo fu attribuita l'invenzione della lotta. Molte imprese di Teseo vennero immaginate simili a quelle di Ercole il quale però, ebbe una popolarità maggiore, di cui non godè mai il mito di Teseo.
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