Ercole:L'adolescenza

Cresciuto nella casa di Anfitrione, Ercole ebbe l'educazione di un principe, suoi maestri furono: Lino, nipote di Apollo e fratello di Orfeo, che gli insegnò la musica e l'uso degli strumenti musicali; Eumolpo, il canto; il centauro Chirone, l'astronomia e la medicina; Eurito, il tiro con l'arco; Autolico, la lotta; Càstore, l'esercizio delle armi; Radamanto, il diritto. Ercole aveva un temperamento piuttosto irascibile e non sapeva dominare i propri impulsi, una volta durante una lezione di musica Lino lo riprese e Ercole gli scagliò la cetra contro che gli colpì la testa e lo uccise. Per punizione, il re di Tebe, Creonte, lo mandò a badare buoi e pecore sul monte Citerone. Qui Ercole si irrobustì ancora di più e tanto era forte che un giorno uccise un grosso bue e se lo divorò tutto. Di questo periodo è l'episodio di Ercole al bivio: un giorno stava seduto solitario a pensare al suo futuro e alla strada da prendere, si presentarono due donne, la Mollezza, che gli offrì una via agevole, piena di piaceri; e la Virtù, che gli offrì una via faticosa che conduceva alla gloria. Il giovane scelse la via proposta dalla Virtù. All'età di diciotto anni uccise un terribile leone che devastava il paese e di cui tutti avevano paura. Un giorno, mentre tornava da una caccia, si scontrò con certi araldi del re Ergino, il re di Orcomeno, che mandava i suoi araldi a Tebe a riscuotere un tributo di cento buoi dovutogli dal re Creonte. Siccome era una pretesa ingiusta e gli araldi erano violenti, Ercole perse la pazienza e tagliò loro naso e orecchie e li rimandò al loro re legati. Il re mandò contro Ercole un intero esercito, che fu totalmente distrutto. Creonte per ringraziare Ercole dell'aiuto, gli diede in sposa sua figlia Megara.
Da Megara ebbe molti figli, senonché Hera, invidiosa della felicità di quella famiglia ricominciò ad odiare Ercole e gli tolse il senno: un giorno prese a percuotere moglie e figli fino ad ucciderli. Quando rinsavì sparse lacrime amare, pentito e umiliato andò a Delfi per interrogare l'oracolo, il dio gli ordinò di mettersi al servizio, per dodici anni, di suo cugino Euristeo, re di Tirinto. Euristeo, però non era ben contento di avere a suo servizio un uomo così pericoloso e tentò in tutti i modi di disfarsi di Ercole, imponendogli alcune imprese tra le più pericolose con la speranza che trovasse la morte. Queste furono le famose dodici fatiche di Ercole.




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